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martedì 4 giugno 2013

Quarta proroga per la TARES; sarà ancora Equitalia ad occuparsi della riscossione.

In data 30 maggio 2013, dall’incontro fra sindaci e Governi, è nata l’ennesima proroga per la riscossione della Tares. Niente più divorzio quindi tra Equitalia e i circa seimila comuni, che ad essa affidano la riscossione del tributo. A ciò si aggiunge anche la proroga della scadenza della prima rata, che passa da luglio ad ottobre.
Iniziato come un “tavolo tecnico” sulla riscossione, ne è poi nato un emendamento, approvato in commissione, al D.L. “sblocca – pagamenti” per allungare di sei mesi l'attività di Equitalia, ma esclusivamente in relazione alla Tares. Non è stato semplice e lineare per le sorti della riscossione, poiché rimane il problema dell'addio di Equitalia ai circa seimila Comuni con cui lavora.

Il precedente – Con un comunicato datato 13 maggio, 2013, Equitalia fissava il 20 maggio come scadenza agli enti per non inviare più nuovi ruoli, perché le possibilità di incassare prima della cessazione dell'attività erano praticamente nulle. A ciò si aggiungeva il paradosso che con il decreto pagamenti, con cui è stato sbloccato il calendario delle rate per evitare ad aziende di igiene urbana e Comuni una crisi di liquidità, in grado di bloccare la raccolta dei rifiuti in molte città, questo imminente “divorzio” finiva per impedire a molti di questi Comuni di raccogliere le entrate previste.
Equitalia rendeva così pubblica la dichiarazione di cessazione dell’attività di riscossione dei tributi in favore dei Comuni e delle società da questi partecipate. Per i nuovi ruoli, gli enti dovevano dar mandato a un’altra agenzia di riscossione, mentre per quelli già a carico di Equitalia, la mancata riscossione del debito veniva posta a rischio esclusivo degli enti, costi di refusione inclusi.
Ciò è però solo l’attuazione all’articolo 9 comma 4 del D.L. n.174 del 2012, il quale stabilisce che “in attesa del riordino della disciplina delle attività di gestione e riscossione delle entrate degli enti territoriali, i termini di cui all’art. 7 c.2 lett. gg-ter) del D.L. n.70/2011 e art. 3 c. 24, 25 e 25 bis D.L. n.203/2005 sono prorogati al 30 giugno 2013 (la scadenza precedente era stata fissata al 31 dicembre 2013)”.

La proroga – Si tratta, dunque, della quarta proroga della serie avviata con il Decreto Sviluppo del 2011 (D.L. 70/2011). Ancora una volta è saltata la possibilità di riscrivere il quadro delle regole, per mettere i Comuni in condizione di scegliere un partner diverso. La gestione diretta delle entrate negli enti è resa impossibile dai vincoli di spesa e turn over; mentre l’opzione della pubblicazione di un appalto con gara, per individuare una società diversa da Equitalia, richiede mesi. Rimane poi da definire la gestione delle cartelle che l'agente nazionale ha preso in carico, ma non ha ancora riscosso.

La proposta di riforma - L’ipotesi di riscrivere la norma per estenderla a tutti i tributi riscuotibili da Equitalia (si pensi alle multe da violazione del Codice della Strada di competenza della Polizia locale), rimane invece ancora un’utopia.
Il paradosso è che il decreto pagamenti, con cui era stato sbloccato il calendario delle rate, per evitare ad aziende di igiene urbana e comuni una crisi di liquidità, in grado di bloccare la raccolta dei rifiuti in molte città, la proroga causa a molti di questi comuni l’impedimento a raccogliere le stesse entrate.
Il presidente con funzioni all’interno dell'Anci e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, chiarisce che serve una fase transitoria in cui rivedere l’albo dei riscossori e accompagnare il processo, in quanto “Equitalia chiude i battenti il 30 giugno ma ha in pancia dagli 11 ai 13 miliardi di residui passivi” e molti comuni “possono provare ad organizzarsi in propri,o ma se va deserto il bando, rischiano di trovarsi in pancia dei crediti da prendere senza che possano prenderli. Creando così uno scoperto di bilancio. Ecco perché il processo di transizione va accompagnato in tutte le sue fasi”.
Una somma, quella stimata dall’Anci, vicina all'Imu complessiva arrivata nel 2012 nelle casse degli enti locali. Il correttivo, che nella sua versione finale dovrebbe trattenere Equitalia a fianco dei Comuni per altri sei mesi, non solo per la Tares, mette una pezza.
Il tavolo tecnico deve però lavorare in fretta, per non mettere in atto a fine anno la stessa scena già vista il 31 dicembre 2011, il 30 giugno 2012, il 31 dicembre 2012 e oggi per mancanza di alternative.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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