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venerdì 20 maggio 2011

Ganasce e sanzioni fiscali, in arrivo correzioni

Alla cerimonia per il decennale delle Agenzie fiscali, Tremonti ha parlato di modifiche, che potrebbero rientrare tra gli emendamenti al DL Sviluppo
 
ROMA – “L’idea delle ganasce fiscali non è in discussione, ma c’è un’eccessiva applicazione di uno strumento che serve soprattutto ai Comuni”. Annuncia correzioni, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, intervenuto nel corso della cerimonia di celebrazione del decennale delle quattro Agenzie fiscali (Entrate, Territorio, Demanio, Dogane), tenutasi ieri in Campidoglio. Modifiche che dovrebbero arrivare “in questi giorni”, nel corso dei quali il Parlamento potrebbe approvare alcuni emendamenti al DL Sviluppo, attualmente all’esame della Camera.
Le correzioni, però, non si limiteranno solo alle ganasce fiscali. Il Ministro, infatti, ha parlato anche del fenomeno dell’anatocismo legato alle forme di calcolo degli interessi sulle sanzioni fiscali: “Non si capisce – ha spiegato – se si tratti di veri interessi o di ulteriori sanzioni”. Anche questo problema, dunque, potrebbe essere affrontato in Parlamento, in modo da arrivare a “un sistema fiscale più vicino alla reale condizione dei cittadini”.
A proposito di sistema fiscale, Tremonti ha sottolineato come quello attuale abbia ormai mezzo secolo, e sia stato superato da troppi mutamenti: “Dagli anni Sessanta, il sistema socio-economico e la nostra struttura produttiva sono radicalmente cambiati. In più, è cambiata la struttura istituzionale del nostro Paese. Abbiamo avuto, per anni, una struttura politica fortemente centralizzata che ha portato ad altissimi livelli di debito pubblico, evasione fiscale e inefficienza amministrativa”. Da allora, si è tentato di mettersi al passo coi tempi, attraverso la riforma del Titolo V della Costituzione e l’introduzione del federalismo, “ma ora deve cambiare anche il sistema fiscale”, anche perché “adesso le Agenzie sono pronte per gestire un sistema fiscale riformato”.
Proprio in riferimento alla nascita delle Agenzie, Tremonti ha ricordato di aver votato contro la riforma che le ha introdotte, ma sulla loro utilità si è dovuto presto ricredere: “Prendo atto che è stata una buona riforma, e questa è la ragione dell’arrivo di una quinta Agenzia (quella dei Monopoli, ndr)”.
Dal canto suo, Attilio Befera si è detto pronto a collaborare per risolvere i problemi legati alle ganasce fiscali e agli interessi passivi addebitati. Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha chiesto più autonomia per le Agenzie fiscali, in modo da evitare che “le manovre finanziarie continuino ad obbligarci al taglio di singole tipologie di spesa”, ricordando “il ruolo di avanguardia che ha assunto l’Agenzia e i sensibili risultati ottenuti”. “Nel 2001 – ha spiegato –, il recupero era di 3,5 miliardi. Oggi siamo a 17 miliardi di euro, di cui 11 di maggiori entrate e 6,6 di risparmi per minori compensazioni”.
Befera: “La nostra attività si basa sul rigoroso rispetto dei contribuenti”
In ogni caso, per Befera, lo sforzo maggiore dell’Agenzia è quello sulla “tax compliance”, ovvero l’indice di adesione spontanea al Fisco: “L’attività è impostata sul rigoroso rispetto dei contribuenti, perché la nostra forza dipende dalla fiducia che ripone in noi la comunità”. Una comunità a cui l’Agenzia ha messo a disposizione una serie di nuovi servizi, in particolare quelli via web: “Nel 2010 abbiamo gestito telematicamente 43 milioni di dichiarazioni ed erogato oltre 6 milioni di servizi in rete”.
Presenti alla cerimonia celebrativa del decennale delle quattro Agenzie istituite nel 1999, e divenute operative nel 2001, anche due ex Ministri delle Finanze, Franco Gallo e Vincenzo Visco. Il primo, sottolineando il “buon operato” nel mettere a punto più efficaci metodi di accertamento, ha voluto ricordare come ci sia da fare ancora molto in merito allo “sviluppo dell’istituto dell’interpello non solo in funzione repressiva ma anche preventiva, al potenziamento dell’autotutela e del contraddittorio”. “Bisogna sempre privilegiare il dialogo con i cittadini – ha spiegato –, evitando di adottare provvedimenti che, se non assunti con equilibrio e nel pieno rispetto dei diritti dei contribuenti, rischiano di andare fuori misura, lasciando il sospetto che gli Uffici operino nella logica del risultato ad ogni costo”.
Vincenzo Visco, invece, si è soffermato sul problema dell’evasione fiscale: “Sono stati compiuti dei passi avanti, ma l’evasione fiscale rimane un fenomeno di massa. Bisogna combatterla con una strategia di lungo periodo, e l’organizzazione delle Agenzie su base provinciale non è necessariamente la strada più giusta. Il problema è gravissimo. Negli ultimi trent’anni abbiamo avuto un sistematico aumento, di oltre dieci punti, del prelievo alla fonte sul reddito da lavoro dipendente e pensioni e una riduzione di quota per gli altri. Se si vuole tenere unito il Paese, dovremo fare delle misure di aggiustamento pesanti, che saranno possibili solo se ci sarà una percezione di equità e il superamento della contrapposizione politico-ideologica in tema di tassazione”.
 

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