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venerdì 21 giugno 2013

Fuori dal Redditometro le spese Istat

Nelle liste in corso di formazione non si terrà conto delle spese medie rilevate dall’Istat

Premessa – L’Agenzia delle Entrate sta preparando le liste dei soggetti da sottoporre a verifica mediante il nuovo redditometro. Dagli elenchi pervenuti agli uffici periferici nei giorni scorsi risulta la lista dei contribuenti da controllare, questi soggetti sono stati selezionati solo sulla base delle spese conosciute dall'amministrazione finanziaria, al contrario l'ingresso in campo delle contestate medie Istat rimane eventuale e confinato al secondo contraddittorio tra Fisco e contribuente.

La nuova metodologia – Il Decreto Ministeriale 24 dicembre 2012 ha varato i nuovi elementi su cui si fonda la metodologia di ricostruzione del reddito. Tale metodo richiede che il reddito dichiarato si confronti con le medie Istat e non più, come avveniva in passato, con elementi significativi che potessero far presumere un certo tenore di vita.

Le spese Istat –
 In particolare ai sensi dell'art. 1 del decreto, gli elementi di spesa di capacità contributiva si dividono in due gruppi. Quelli per i quali rileva la spesa effettivamente sostenuta dal contribuente per l'acquisizione di servizi e di beni e per il relativo mantenimento. Quelli per i quali il contenuto induttivo è determinato tenendo conto della “spesa media per gruppi e categoria di consumi del nucleo familiare di appartenenza”. In quest'ultimo ambito rilevano, appunto, i dati Istat. Nel merito su 56 spese per consumi mappate, 30 seguono tale modalità di rilevazione, mentre per le restanti 26 spese la valorizzazione avviene in base al valore statistico.

Dubbi – Proprio tale aspetto ha dato avvio a una serie di polemiche in quanto il redditometro è stato accusato di essere diventato un potente strumento accertativo a disposizione dell'Amministrazione Finanziaria per standardizzare anche il reddito complessivo delle persone fisiche, come se il comportamento sociale fosse uguale fra tutte le persone. Proprio questo aspetto, l'inapplicabilità del criterio ad personam delle medie Istat, ha fatto sorgere il dubbio sulla costituzionalità della norma o, almeno, sulla natura della presunzione di tale accertamento.

Agenzia delle Entrate – L’Amministrazione Finanziaria è così corsa ai ripari e sembra che il redditometro sarà fondato essenzialmente sulle spese sostenute dal contribuente. I valori medi Istat assumeranno valenza, infatti, in gran parte come fonte d'innesco ai fini del contraddittorio e comunque potranno essere utilizzate soltanto quando l'amministrazione è a conoscenza che il contribuente ha effettivamente sostenuto quel tipo di spesa.

La rilevanza delle spese - In sostanza nessun valore statistico dovrebbe rilevare le uscite per abbigliamento o quelle per mangiare (dal supermercato al ristorante). Al contrario i costi di gestione di un immobile (spese di condominio) o di un'automobile, solo per fare alcuni esempi di beni regolarmente iscritti in pubblici registri e censiti dall'Anagrafe tributaria, saranno valutate nel redditometro in base alle medie o secondo i parametri di stima indicati dallo stesso decreto attuativo. La soluzione allo studio consentirebbe di tenere conto delle medie Istat come previsto dal decreto attuativo, ma di fatto attenuandone l'impatto come richiesto da più parti in questi mesi.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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