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lunedì 15 luglio 2013

Lotta all’evasione fiscale: le proposte del Governo Letta

L’estensione anche ad altri settori del meccanismo per il contrasto di interessi, già in uso per le spese sanitarie e le ristrutturazioni edilizie, è la proposta formulata dal presidente Letta durante il question time alla Camera. Il contrasto di interessi sussiste quando chi riscuote in modo non regolare, al fine di sottrarre materia imponibile, danneggia chi potrebbe risparmiare nel pagamento delle proprie imposte, se avesse un giustificativo valido per detrarre la stessa. Molto è stato fatto già nel 2012, anno in cui il contrasto all’evasione ha riportato nelle casse dell’Erario un importo di circa 12,5 miliardi di euro, grazie all’inserimento di una disposizione nella Legge di delega fiscale, volta a consentire la detrazione delle spese documentate con scontrini o ricevute.

Obiettivo – Il fine è quello della lotta all'evasione e dell'emersione del lavoro nero in Italia, in parte già perseguito con i bonus per l'edilizia e le ristrutturazioni ecologicamente compatibili, a favore dei settori dell'arredo e di produzione di elettrodomestici; con il cd Decreto del fare varato dal Consiglio dei ministri circa un mese fa, gli sforzi sono andati in tal senso. Spetta al Ministero dell'Economia individuare altri ambiti cui applicare tale meccanismo, calcolando l’importo di possibile rientro del mancato gettito.

Gli strumenti – Servono strumenti che consentano all'Amministrazione Finanziaria di incrociare i dati di acquirente e venditore/prestatore d'opera per il riconoscimento dei benefici fiscali, come già avvenuto per le agevolazioni circa le ristrutturazioni edilizie. Lasciare che sia il contribuente, con la propria discrezionalità, a detrarre un numero vasto di spese, demandando così le verifiche a una fase successiva, causerebbe l'ingovernabilità del sistema per l’impossibilità oggettiva delle stesse.
La Commissione europea ha proposto più volte di delineare una base imponibile comune del reddito di impresa, al fine di impedire la delocalizzazione delle attività economiche nei Paesi a bassa fiscalità. Quanto invece al reddito dei privati, esso è determinato dallo Stato, in quanto la base imponibile e le aliquote devono tener conto della spesa pubblica e delle entrate a titolo di imposte.

Spese sanitarie e di ristrutturazione edilizia – Il meccanismo per il contrasto di interessi è in uso già da anni, nel nostro ordinamento, per le spese sanitarie e per le spese di ristrutturazione degli edifici abitativi. Il sistema prevede l’obbligo di pagare tali spese con “bonifico tracciabile”, ma si potrebbe altresì concedere la detrazione del 50% (a regime 36%) per le spese di manutenzione ordinaria delle abitazioni, ora prevista per le sole spese sostenute per le parti comuni condominiali.

Critiche – Tale meccanismo va, tuttavia, rapportato al numero rilevante di contribuenti il cui reddito dichiarato, al netto di deduzioni e/o detrazioni, non li classifica come debitori di Irpef, dunque, la previsione di ulteriori abbattimenti, non avrebbe alcun effetto pratico. Ulteriore problema riguarda le formalità di pagamento e di conservazione dei documenti per il controllo formale ex art. 36-ter, in quanto l'Agenzia delle Entrate dovrebbe mettere a disposizione ulteriori verificatori per una migliore gestione degli accertamenti, con l’ovvia conseguenza della minor efficacia dell'azione amministrativa. Infine vi è il rischio dell’emissione di fatture per importi “falsi” o a favore di soggetti, che in realtà non hanno posto in essere la spesa.

Le proposte – Visto il periodo di forte crisi economica, un settore che agevolerebbe i contribuenti è quello dei mutui sulle abitazioni principali. Gli interessi passivi ed i relativi oneri accessori pagati su essi, già detraibili al 19% dall'Irpef, dovrebbero essere certificati dalle banche senza ostacoli. Questo bonus fiscale, introdotto per incentivare queste spese e per aiutare le persone fisiche, non incide sul conflitto di interessi. Lo stesso vale per la detrazione delle tasse e dei contributi per la frequenza di corsi di istruzione secondaria ed universitaria, presso università italiane e straniere, pubbliche o private. Discorso invece in linea con il meccanismo del conflitto di interessi, quello che attiene alla detrazione delle spese per le rette degli asili nido pubblici o privati, dove il genitore è invogliato a pretendere la fattura o la ricevuta; per le visite mediche specialistiche; per gli abbonamenti ad associazioni sportive dilettantistiche e l'abbonamento annuale a palestre e piscine che sconta l'aliquota Iva del 21% e, dove, dunque, la detrazione del 19% è poco in conflitto di interessi con l'eventuale "sconto" che può praticare il titolare dell'esercizio.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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