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mercoledì 24 luglio 2013

Fisco: gli sconti per le famiglie

Dalle novità in tema di detrazioni familiari al sostengo per le mamme lavoratrici

Sconti per le famiglie - Con riferimento agli sconti previsti dal fisco italiano, la formula prevalente pare essere quella del “tanti figli e poco reddito”, ma lo stesso fisco tuttavia finora non ha riservato grosse attenzioni alle famiglie, e l’ultimo intervento in materia è quello che ha rimodulato il sistema delle detrazioni fiscali per i figli a carico. L’alleggerimento fiscale al di là delle cifre teoriche, non è stato particolarmente incisivo, tuttavia si tratta sempre di qualcosa in più per le famiglie. Le nuove norme inserite nella legge di stabilità approvata alla fine del 2012, hanno in pratica ampliato la detrazione base per i figli a carico con più di tre anni per un importo pari a 150 euro, e quella riservata ai figli più piccoli è pari a 320 euro. Sulla carta il beneficio fiscale è passato da 800 a 950 euro per la prima fascia, e da 900 a 1.220 per i figli sotto i tre anni. Se in famiglia ci sono più di tre figli, alla detrazione di base andrà aggiunto un importo di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo.

Solo cifre teoriche - Gli importi individuati sono senza dubbio sostanziosi, tuttavia si tratta di cifre solamente teoriche, infatti l’importo diminuisce con l’aumentare del reddito fino ad annullarsi quando le entrate raggiungono la soglia dei 95.000 euro, soglia che si alza di 15 mila euro per ogni figlio successivo al primo. In tal caso il bonus si assottiglia considerevolmente. È abbastanza evidente che la posta massima non è mai configurabile perché al di sotto dei 12/14 mila euro di reddito la maggior parte dei contribuenti rientra nella categoria degli incapienti, ovvero coloro che non pagano alcuna Irpef e non hanno di conseguenza nulla su cui applicare la detrazione. Al di sopra di tale fascia di reddito, i benefici iniziano ad aggirarsi rispettivamente tra gli 800 e 1.000 euro. Per una famiglia tipo italiana mono reddito e con figli a carico, i benefici maggiori si concentrano nella fascia di reddito tra i 14.000 e i 20.000 euro. In questa fascia per le famiglie con figli maggiori di tre anni lo sconto rispetto alla precedente normativa non supera i 130/140 euro, mentre per chi ha figli minori di tre anni si può arrivare fino a 260/270 euro.

Il calcoli della Consulta dei Caf -
 La consulta dei Caf ha effettuato diverse simulazioni sui nuovi importi delle detrazioni. Ad esempio un operaio che ha un neonato in casa e uno stipendio sotto i 20 mila euro, avrà una detrazione di 963 euro l’anno e potrà giovare di questo vantaggio fiscale fino ai tre anni del bambino, se invece vi sono due bambini piccoli il vantaggio salirà a 1.966 euro. Relativamente a un reddito tra i 35 e i 40 mila euro l’anno, ovvero la condizione media degli impiegati dello Stato, un bambino porterà una detrazione fino a 700 euro che scenderà a 500 per redditi fino a 50.000 euro.

Altre agevolazioni per le famiglie - Il sistema delle detrazioni non è l’unico settore in cui si tiene conto della composizione del nucleo familiare. Ad esempio anche l’IMU, per la quale il Governo sta studiando una rimodulazione che ne annulli o ne limiti gli effetti sulle famiglie più deboli, già incorpora per la prima casa una detrazione base di 200 euro che viene maggiorata di 50 euro (fino a 400 euro) per ogni figlio convivente fino a 26 anni.

Gli assegni familiari - Un’altro sostegno per le famiglie è costituito dai vecchi assegni familiari che sono tuttora in vita, che spettano a tutti i lavoratori e vengono modulati in base al reddito e al numero dei figli. Anche in questo caso l’importo va ad esaurirsi con l’aumentare delle entrate.

Il bonus bebè - Per le mamme lavoratrici, un decreto del Ministero del Lavoro dello scorso dicembre ha previsto l’introduzione del bonus bebè. L’agevolazione è studiata per essere di sostegno alle famiglie più bisognose in base al reddito ed è previsto non soltanto per l’anno in corso, ma anche per il 2014 e il 2015. Secondo la normativa, la madre, terminato il congedo di maternità obbligatorio, deve rinunciare al periodo di astensione facoltativa e deve fare domanda o per le spese di una tata che si prenda cura del bambino, o in alternativa per pagare la retta di un asilo nido. In tal modo potrà ottenere un bonus di 300 euro al mese fino a un massimo di sei mesi (entro 11 mesi dal rientro della maternità). Per la concessione del bonus l’Inps provvedere alla redazione di una graduatoria.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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