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mercoledì 23 gennaio 2013

Redditometro: franchigia doppia per il contribuente


Nel redditometro allo scostamento del 20% si aggiunge il limite di 12.000 €

Premessa – Per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento da redditometro, l’Amministrazione Finanziaria in aggiunta alla differenza del 20% tra reddito dichiarato e reddito presunto dovrà considerare anche il limite di 12.000 €.

Controlli da redditometro - L’Agenzia delle Entrate ha sempre dichiarato che il redditometro non sarà uno strumento di accertamento di massa, al contrario dovrà essere utilizzato per casi di “grande evasione”. I risultati del piano straordinario previsto per il triennio 2009-2011 confliggono però con detto obiettivo, atteso che se da un lato lo stesso ha consentito di incrementare i controlli portandoli nel 2011 a circa 36.000 (risultato numerico preso a base per la fissazione dell’obiettivo 2012), dall’altro va rilevato che al detto incremento numerico registrato nel triennio 2009-2011, ha solo in parte corrisposto il netto miglioramento qualitativo, auspicato nelle circolari n. 13/E del 2009, n. 20/E del 2010 e n. 21/E del 2011, in quanto l’evasione recuperata nel 2011 è stata pari a 586 milioni di euro per una media di 16.100 € per ogni singolo accertamento effettuato.

Franchigia – Proprio nell’intento di elevare il livello qualitativo degli accertamenti, cioè di aumentare l’importo dell’evasione recuperata per ogni singolo accertamento, l’Agenzia delle Entrate per voce del vicedirettore Marco Di Capua ha annunciato l’inserimento di una franchigia di 12.000 € sugli scostamenti di reddito rilevati.

Strumento di selezione – In altre parole ci sarà una prima fase, cosiddetta di assestamento, in cui saranno presi in esame gli scostamenti più significativi. In questa prima fase, sono esclusi dal rischio redditometro i contribuenti con differenze non superiori a 12.000 euro. Nella formazione delle liste selettive dei “sorvegliati speciali” verrà, quindi, attuata una prima scrematura, escludendo tutti i contribuenti le cui spese si scostano dal reddito dichiarato entro un limite mensile di 1.000 euro.

Scostamento 20% 
- Lo scostamento del 20% tra quanto dichiarato e quanto accertato dovrebbe entrare in scena in una fase successiva. In senso strettamente tecnico, dovrebbe operare solo dopo la fase di selezione e una volta esperito il contraddittorio con il contribuente dove l’Amministrazione Finanziaria alla luce dei chiarimenti forniti dal contribuente sarà tenuta a ricalcolare il nuovo reddito presunto ed effettuare un nuovo controllo con il reddito dichiarato al fine di verificare se risulta superata la soglia del 20%.

Modalità di utilizzo 
– L’utilizzo del redditometro sembra dunque che non avverrà a tappeto, quanto piuttosto sarà frutto (a detta dell’Agenzia delle Entrate) di indagini capillari visto che il Fisco ha messo in conto di praticare per tutto il 2013 solamente 35 mila accertamenti sintetici concentrandosi su un campione di 70.000 contribuenti contro la totalità dei 40 milioni. L’intenzione sembra quella di scoprire i falsi poveri.

Attesa per la circolare – In ogni caso tutti questi dubbi verrano chiariti con l’emanazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate che detterà agli uffici periferici i criteri da seguire nell’utilizzo dello strumento accertativo in questione. Nelle istruzioni alle quali sta lavorando l’Agenzia delle Entrate si dovrebbero chiarire altri punti: in particolare dovrà essere precisato se i valori Istat, utilizzati nel redditometro per le spese correnti della famiglia, da soli non determineranno mai un accertamento dovendo gli accertamenti basarsi su spese certe con uso solo “residuale” delle medie Istat.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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