DATI DI CONTATTO:

E-MAIL: martufi.p@gmail.com
TEL. 06 5201169 (per appuntamenti)
FAX 06 233213554
Via Berna n.3 - 00144 Roma



venerdì 18 ottobre 2013

IMU e TRISE: lavori in corso.

Lavori in corso su IMU e TRISE, a sua volta suddivisa in Tari sui rifiuti e Tasi sui servizi indivisibili.
Sono comparse altre novità rispetto alla bozza del disegno di legge di stabilità esaminata dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 ottobre 2013, tra le quali la deducibilità al 20% da Ires e Irpef dell'IMU sui capannoni industriali e la fissazione al 2,5 per mille del tetto massimo sulla Tasi per l'abitazione principale.

Chi vincerà e chi perderà dalla riforma dell'imposizione sugli immobili?

Abitazione principale, non di pregio - Il proprietario dell’unico immobile adibito ad abitazione principale, che quest'anno non ha versato l'acconto Imu, probabilmente non verserà nemmeno il saldo.
Mentre per finanziare la copertura dei servizi indivisibili del municipio (manutenzione strade, illuminazione, ecc.) dovrà versare la Tasi, calcolata con le stesse regole adottate per la determinazione della base imponibile dell'Imu (rendita catastale rivalutata) e con un'aliquota minima dell'1 per mille e massima del 2,5 per mille.
Gli enti locali potranno incidere sul tributo sino ad azzerarlo. Tuttavia, le possibilità di manovre sono strette, soprattutto se il Ddl confermerà lo stanziamento compensativo di 1 miliardo anziché di 2 miliardi, immaginati all'inizio. La Tares lascerà, invece, il posto alla nuova Tari, calcolata sui metri quadri e si evolverà in Tarip, quando i Comuni avranno predisposto un sistema che riesca a parametrarla su quantità e qualità dei rifiuti prodotti.

Se il Comune decidesse (oppure fosse costretto) di sfruttare la nuova leva fiscale, che consente di portare la Tasi al 2,5 per mille, l’aggravio sarebbe massimo.
Ad esempio, un’abitazione principale che per il Fisco vale 100.000 euro, nel 2012 pagava Imu scontando una detrazione fissa di 200 euro (che potevano scendere ulteriormente di 50 euro per ogni figlio convivente), mentre la Tasi può arrivare a 250 euro con l'aliquota del 2,5 per mille.
Dunque, l'abitazione principale rimarrà in balia assoluta del Fisco locale, con un ventaglio di possibilità molto ampio le quali dipendono dalle condizioni del bilancio comunale.

Altri immobili – Un immobile adibito ad abitazione principale, ma considerato di pregio, accatastato come A/1, A/8 o A/9, ha scontato l’IMU in acconto e sarà soggetto a versamento anche per il saldo.
Dal 2014, oltre all’IMU pagherà anche la Tasi, ma il peso complessivo dei due tributi non potrà superare il tetto massimo dell'IMU, cioè il 6 per mille.
La detrazione sarà limitata a 200 euro, perché verranno eliminati i 50 euro a figlio originariamente previsti.
Gli immobili (seconde case) avranno la stessa sorte, fatta eccezione per l'aliquota massima, dato che la somma del prelievo di Imu e Tasi in tal caso non potrà eccedere il 10,6 per mille.

Immobili d’impresa diversi dai beni merce – Le imprese pagheranno TASI e TARI (Tarip poi). Anche in questo caso la Tasi e l’Imu, considerate complessivamente, non dovranno superare la soglia massima del 10,6 per mille.
Inoltre, sembra possibile un ritorno della deducibilità ai fini Ires e Irpef (ma non ai fini Irap), che era prevista nelle prime versione del Ddl. Alla fine il governo avrebbe deciso di reinserirla per dare un segnale di attenzione verso le aziende. La deducibilità sembra, quindi, si assesti al 20%, anziché al 50%, come inizialmente era stato proposto con la bozza del D.L. 102/2013 e coprendola con il ripristino dell'Irpef, ma solo al 50%, sugli immobili non locati.

Le novità non finiscono qui: la nuova TARIP - La Tari dovrebbe essere un prelievo di passaggio verso la futura Tarip, che sarà aggiornata con i criteri tariffari, dato che a oggi in molti comuni continuano ad applicarsi prelievi non in linea con gli orientamenti comunitari.

Quanto alla Tasi, il rischio è quello di un ripristino dell'imposizione sull'abitazione principale, ma con un ulteriore aggravio.
Dato che la somma di Tasi e Imu non può eccedere l'1,06%, è evidente che il maggiore spazio di manovra dei comuni si avrà con la tassazione dell'abitazione principale.
È preoccupante, poi, l'aggravio sugli immobili locati. Essi pagano Irpef e Imu e dal 2014 pagheranno anche la TASI, tributo sui servizi indivisibili che graverà sui proprietari, dal 70 al 90%, e per la restante parte sugli inquilini.
Anche se la somma Tasi-Imu non potrà eccedere l'1,06%, è ovvio che l'introduzione della nuova TASI comporterà un incremento del prelievo.
Autore: Redazione Fiscal Focus

Nessun commento:

Posta un commento