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martedì 22 ottobre 2013

IMU: pagheremo di più o di meno nel 2014?

I comuni decideranno risparmi o maggiori esborsi

I proprietari di immobili, dopo che il Consiglio dei ministri ha stilato il disegno di legge di stabilità 2014, si chiedono se l’esborso finanziario sarà più o meno gravoso rispetto al 2013.
La risposta non è univoca, ma va trovata caso per caso tra le righe delle delibere comunali. I sindaci, che dovranno disciplinare nei dettagli i due nuovi tributi (la Tari sul servizio di smaltimento dei rifiuti e la Tasi sui servizi indivisibili) e l’Imu, per gli immobili diversi dall’abitazione principale.

Il comunicato del Ministero - Il Ministero, nel frattempo, con Comunicato del 21 ottobre 2013, ha fatto sapere che il contribuente, nel valutare l’esborso, deve tener conto nel confronto tra la TASI (tassa sui servizi indivisibili erogati dai Comuni) e le imposte contemplate nell'attuale ordinamento, non soltanto l'IMU, ma anche la componente della Tares relativa ai servizi indivisibili.
Il gettito previsto dalla Tasi ad aliquota standard (1 per mille), pari a circa 3,7 miliardi, è quindi inferiore al gettito pari a circa 4,7 miliardi oggi garantito, ad aliquota standard, dall'IMU sull'abitazione principale e dalla Tares servizi indivisibili, entrambe abolite. Il Ministero ha, infine, sottolineato che il minor gettito per i comuni verrà compensato da trasferimenti dallo Stato.

Le novità del Ddl stabilità - Il disegno di legge di stabilità prevede per il tributo sui servizi indivisibili (TASI) un'aliquota base allo 0,1% (1 per mille), che gli enti locali potranno aumentare fino allo 0,25% sulle abitazioni principali.
La “vecchia” Imu, invece, oscillava dallo 0,2% allo 0,6%, ma con una detrazione di 200 euro per l'abitazione principale, maggiorata di 50 euro per ogni figlio.
È ipotizzabile che per gli immobili adibiti ad abitazione principale, dunque, con una rendita catastale molto bassa e in cui dimorano e risiedono famiglie molto numerose, l’esborso potrebbe anche aumentare.
Gli immobili diversi dall’abitazione principale, invece, sconteranno una TASI con aliquota massima calibrata sull’IMU, in quanto la somma delle due imposte non potrà superare il livello massimo dell'Imu 2013, maggiorato di uno 0,1%, quindi 1,16% totale.

Le possibile soluzioni del Comune - Gli enti locali saranno molto attenti nello stabilire gli sconti da riservare alle abitazioni principali e agli altri immobili. Le possibili soluzioni che essi possono attuare sono:
- differenziare l'aliquota in base all'utilizzo dell'immobile (abitazione principale, immobile non locato, immobile locato);
- in alternativa, applicare diverse aliquote per le diverse categorie catastali;
- o ancora elevare l'aliquota Imu in base al numero di immobili posseduti da un singolo proprietario;
- o concedere degli sconti legati alla condizione soggettiva del possessore (famiglia con un reddito o un Isee sotto una certa soglia).

La riforma catastale – La Tasi si pagherà su una base imponibile, che prende avvio da rendite catastali calcolate sui valori immobiliari dell’88; è per questo che il Ddl stabilità si occupa anche di stanziare una cifra pari a 270 milioni di euro per i prossimi sei anni, per attuare la riforma del Catasto.
Tale riforma, a oggi, è ancora un progetto, essendo contemplata nel Ddl della delega fiscale, atto S-1058, già approvato dalla Camera e ora in esame al Senato.
L'iter della delega procederà parallelamente con l’approvazione del bilancio, tuttavia per attuarla sarà necessario che vengano approvati i decreti legislativi delegati del Governo.
Lo stanziamento è oggi necessario, come ribadito anche da Befera, nonostante il testo del Ddl della delega fiscale avesse originariamente previsto che la revisione degli estimi dovesse avvenire “senza oneri aggiuntivi sul bilancio dello Stato”, a costo zero.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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