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venerdì 2 novembre 2012

Il funzionamento del nuovo Redditometro


Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in occasione di un’audizione tenutasi lo scorso 31 ottobre 2012 presso la Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, aggiorna su alcuni temi di scottante attualità, tra i quali spicca per importanza l’utilizzo dei dati dell’Anagrafe tributaria per il funzionamento del nuovo redditometro.

Lo strumento – Il nuovo redditometro è il risultato dell’ innovazione introdotta in materia di accertamento sintetico, elaborato al fine di rendere più efficiente la ricostruzione sintetica del reddito del contribuente da parte dell’amministrazione finanziaria, e tener conto del mutato contesto socio-economico.
L’Agenzia, spiega Befera, in una fase preventiva di analisi dei dati provenienti dalle dichiarazioni dei redditi e da altre fonti informative dell’Anagrafe tributaria, spiegherà la sua azione su un campione significativo di contribuenti (50 milioni di soggetti distribuiti su 22 milioni di famiglie).
L’amministrazione finanziaria, in collaborazione con la società Sose, ha individuato un modello di variabili di spesa, in relazione alla tipologia di nucleo familiare e all’area territoriale di appartenenza.
In particolare ha individuato 100 voci di spesa che contemplano i diversi aspetti della vita quotidiana di un contribuente (includendo gli incrementi patrimoniali effettuati al netto dei disinvestimenti e spese comuni come gli alimentari, abbigliamento, calzature, ecc., che normalmente sostiene una famiglia del tipo previsto, che vive in una determinata area geografica), mentre il vecchio redditometro, disciplinato dal DM 10 settembre 1992, ancora applicabile agli accertamenti sintetici relativi agli anni d’imposta fino al 2008, valorizzava beni di riferimento ormai obsoleti.

Le voci di spesa rilevanti-
 Le voci di spesa oggi individuate sono riconducibili a sette categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, investimenti immobiliari e mobiliari netti e altre spese significative.
Il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di futura pubblicazione, che stabilirà le modalità utili per la determinazione sintetica del reddito complessivo del contribuente, sarà incentrato prevalentemente:
‐ sulle spese presenti in Anagrafe tributaria;
‐ sulle spese stimate il cui valore è ottenuto applicando una valorizzazione a dati certi;
‐ in via residuale sulla spesa media Istat che fotografa le spese medie di tipo corrente (alimentari, abbigliamento, calzature, etc.) sostenute da ogni tipologia di famiglia che vive in una determinata area geografica.

Serpico: i dati a disposizione del fisco – Secondo Befera, con il nuovo strumento viene valorizzato adeguatamente il patrimonio informativo di cui già dispone l’Agenzia, implementato con i dati provenienti dallo “spesometro” e con i movimenti bancari, collegando a dati certi il necessario confronto con il contribuente e riducendo al minimo l’incidenza delle presunzioni. 
Questo è naturalmente da dimostrare, dato il riferimento alla spesa media Istat.

Il contraddittorio necessario 
– La novità più rilevante che caratterizza il nuovo redditometro è sicuramente l’introduzione del “contraddittorio necessario”.
Il contribuente viene chiamato a fornire all’amministrazione dati e notizie rilevanti per la ricostruzione sintetica del reddito, prima dell’avvio di un procedimento di accertamento con adesione vero e proprio, ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. n. 218/97.

Il software: con il verde sei coerente e con il rosso incoerente –
 L’Agenzia, in collaborazione con la Sose, ha realizzato un software di autodiagnosi stand-alone denominato Redditest, che sarà reso disponibile a breve, per consentire in autonomia una preventiva verifica della coerenza tra il reddito prodotto dal nucleo familiare e le spese sostenute nell’anno (si ricorda che sarà applicato già dall’anno d’imposta 2009).
I dati inseriti, specifica Befera, rimangono noti solo al contribuente e non ne rimane alcuna traccia sul web.
Nel calcolo del Redditest, a ciascun dato inserito, è attribuito un coefficiente che misura la relazione tra l’elemento di spesa conosciuto e il reddito complessivo, assorbendo anche la relazione tra altri elementi non conosciuti, ma correlati con quello noto, e il reddito stesso.
Il risultato che apparirà darà un risultato verde di coerenza o rosso di incoerenza.
Tale strumento di autodiagnosi consentirà al contribuente di verificare per gli anni 2009-2010-2011 e preventivamente per il 2012 la “coerenza” tra il reddito familiare, rispetto alla capacità di spesa manifestata nell’anno di riferimento.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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