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giovedì 13 marzo 2014

Tra jobs act e piano casa

Jobs act e piano casa tra i punti principali del Cdm

Il Consiglio dei ministri - Come annunciato da settimane, il Consiglio dei ministri di ieri, il sesto del governo Renzi, ha fatto incassare al governo due degli obiettivi tra quelli più volte illustrati: il ‘piano casa’ e il jobs act. Oltre a queste disposizioni, tra gli ordini del giorno discussi ieri è spuntata anche un’informativa del presidente del Consiglio inerente le riforme costituzionali e di interventi di politica economica, inclusa la riduzione del carico fiscale. in sostanza non è stato il mercoledì del taglio alle tasse, ma quello in cui si è iniziata a esaminare una tale eventualità. Dunque, andando nello specifico, vagliando sia i punti poc’anzi indicati sia quelli sui quali ci si soffermerà nel dettaglio nei prossimi giorni, vediamo che il Consiglio dei ministri n. 6 dell’era renziana ha disposto un decreto legge su misure urgenti per l'emergenza abitativa (presidenza, Infrastrutture e Trasporti), un decreto legge su 'disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (presidenza, Lavoro e politiche sociali), un decreto legge su misure urgenti per l'avvalimento dei soggetti terzi per l'esercizio dell'attività di vigilanza della Banca d'Italia (presidenza, Economia e finanze), un disegno di legge delega al governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione (presidenza, Lavoro e politiche sociali), un disegno di legge su norme per agevolare ulteriormente il rispetto della normativa europea sui tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione (presidenza, Economia e finanze). Di seguito vaglieremo i punti principali del consesso di ieri, vale a dire quelli inerenti il lavoro, il fisco e al casa.

Il Jobs act - Tra le novità contenute nella nuova riforma del Welfare, particolare attenzione è stata dedicata in materia di ammortizzatori sociali, rinominando l’ASpI in Naspi. Si tratta di un sussidio di disoccupazione universale per tutti coloro che perdono il lavoro e ha una durata pari alla metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni (massimo due anni). L’importo dell’indennità, invece, partirà tra i 1100 e 1200 euro al mese, per scendere sui 700 euro col passare del tempo. Tale sussidio, stimato in circa 9,5 miliardi di euro, viene finanziato con 7 miliardi derivanti dagli stanziamenti previsti per l'odierna Aspi e con 2,5 miliardi di euro attualmente posti a copertura della Cassa integrazione in deroga. In materia di riduzione del carico fiscale, come precisa una nota specifica di Palazzo Chigi, è stata presentata solo un’informativa in merito. Inoltre, al fine di tutelare le fasce deboli di lavoratori, il premier ha annunciato "una delle più grandi misure che possiamo immaginare". Infatti, dal prossimo 1° maggio, chi ha un contratto di lavoro dipendente o assimilato e guadagna meno di 1.500 euro al mese, riceverà una somma di 1.000 euro annui. Sul fronte della flessibilità in entrata invece, il Governo intende dare maggiore risalto sia al contratto d’apprendistato che al contratto a termine, semplificandone l’utilizzo. Importanti provvedimenti saranno presi anche a tutela delle donne in maternità. Infine, è stato previsto uno stanziamento di 1,7 miliardi per garantire ai giovani tra i 18 e 29 anni un lavoro (entro 4 mesi dal titolo di studio) o il proseguimento degli studi.

Piano casa – Per quel che concerne poi il cosiddetto piano casa, vediamo che le indicazioni sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a quelle emerse nei giorni scorsi. Ricordiamo che il piano è stato sostenuto dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e si concentra su temi quali il recupero degli alloggi pubblici, l’edilizia sociale e la cedolare secca. Uno dei punti focali di queste disposizioni si concentra sul taglio della cedolare per il canone concordato, che passerebbe quindi al 10% dall’attuale 15%. Nel dettaglio, si sottolinea che il taglio riguarderà solo gli alloggi offerti a canone concordato e quelli per studenti universitari. In termini di recupero, questa disposizione farebbe rientrare un buon 5% della base imponibile. Potrebbero usufruire dell’agevolazione sia i contratti già attivi che quelli di nuova stipula; due sono inoltre i momenti in cui si può scegliere la cedolare: il primo è quello della vera e propria stipula del contratto; il secondo riguarda l'atto del pagamento annuale dell'imposta di registro dovuta da chi finora ha usufruito della tassazione Irpef. Altro focus è il recupero, nel giro di quattro anni, di ben 68.000 alloggi pubblici fruendo del finanziamento della manutenzione straordinaria per uno costo pari a 1,35 miliardi dilazionati in ciascuno delle quattro annualità. Poi per quegli inquilini che manifestassero l’intenzione di recuperare direttamente gli alloggi che sono stati loro assegnati, qualora si parlasse di cifre oscillanti tra i 30 e i 40 mila euro, verranno messe ad disposizione cospicue pari dei fondi. In questo caso i finanziamenti saranno concessi in maniera esclusiva alle famiglie con un reddito inferiore ai 27.000 euro o qualora siano presenti membri affetti da disabilità. Inoltre, come annunciato, sono altresì previste le misure di dismissione degli edifici appartenenti all’edilizia popolare gestiti dall’Iacp, al quale tra l’altro è riconosciuta la facoltà di stabilire i prezzi di vendita. Sul punto, si specifica che potranno essere immesse nel mercato immobiliare anche quelle case che sono occupate da inquilini i cui requisiti di reddito siano comunque decaduti. Onde permettere anche ai suddetti inquilini l’acquisto dell’immobile, il piano prevede la costituzione di un fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati: gli inquilini potrebbero effettuare l’acquisto pagando una rata di mutuo che sia equivalente al canone di locazione che versavano in precedenza. Sempre in riferimento all’edilizia sociale, si sottolinea la disposizione circa il rifinanziamento del fondo affitti. In questo caso, verrà introdotta una rimodulazione della detrazione fiscale per gli inquilini (solo di alloggi pubblici) con redditi bassi che arriverebbe pertanto a 900 euro per redditi complessivi fino a 15.000 euro, laddove invece salirebbe a 450 euro per i redditi eccedenti tale soglia e fino ai 31.987. La misura dovrebbe riguardare, comunque, solo gli inquilini degli alloggi pubblici. Un ulteriore rifinanziamento riguarderà il fondo per l'accesso ai mutui da parte delle giovani coppie.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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