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giovedì 7 novembre 2013

In arrivo le rateazioni fino a 120 mesi.

Le richieste di rateazione continuano a crescere e interessano ormai poste debitorie per 24,1 miliardi di euro: il legislatore prende atto delle necessità espresse dai contribuenti e negli ultimi anni sempre più numerose sono state le disposizioni agevolative.

L’ultima, in ordine di tempo, è stata la possibilità di effettuare i pagamenti dilazionati in 120 rate, così come previsto dal c.d. Decreto del fare.
Per rendere attuabile tale previsione era però necessaria l’emanazione di un decreto attuativo, entro il 20 settembre 2013, che però si è fatto attendere.

Non dovrebbe però mancare molto affinché il decreto attuativo veda finalmente la luce, essendo già stato messo a punto e attualmente in fase di ultimi controlli alla Ragioneria.

La rateazione in 10 anni
Il decreto del fare (decreto legge n.69/2013 convertito con modificazioni dalla Legge n. 98/2013) ha consentito ai contribuenti di richiedere rateazioni fino a un massimo di 120 rate mensili nei casi in cui il cittadino si trovi, per ragioni che non dipendono dalla sua responsabilità, in una grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica.
Ai fini della concessione di tale maggiore rateazione, si intende per comprovata e grave situazione di difficoltà quella in cui ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:
- accertata impossibilità per il contribuente di eseguire il pagamento del credito tributario secondo un piano di rateazione ordinario (72 rate);
- situazione di solvibilità del contribuente che consenta allo stesso di sostenere il piano di rateazione più lungo.

Con riferimento al primo punto, il Regolamento ha chiarito che l’impossibilità per il contribuente di eseguire il pagamento del credito si considera accertata allorquando l’importo della rata sia superiore al 20% del reddito mensile nel nucleo familiare, così come risultante dall’indicatore della situazione reddituale (ISR) nella certificazione Isee.
Per l’imprese, invece, il limite dell’importo della rata è pari al 10% del valore della produzione.

Con riferimento, invece, al secondo punto (situazione di solvibilità del contribuente), il Provvedimento chiarisce che la stessa è legata, per le persone fisiche, al possesso di fonti stabili di reddito o di beni immobili espropriabili (pertanto, non l’abitazione principale).
Per le imprese, invece, è necessario che l’indice di liquidità sia almeno pari a 0,50.

Rateazioni già in corso
Come già anticipato nei giorni scorsi, sarà possibile chiedere, anche per i piani di rateazione già accordati, che le rate siano aumentate fino a 120, ove ricorrano le condizioni di legge.

Non è invece chiaro come debba essere applicato l’istituto della decadenza della rateazione a seguito delle novità introdotte sempre dal Decreto del fare.
Se infatti prima erano sufficienti due rate consecutive non pagate, oggi, a seguito delle novità normative, si decade solo a seguito del mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive.
Qual è invece la sorte per le rateazioni che erano già in corso e per le quali risultavano non pagate più di due rate, ma meno di otto? La questione è rimasta in sospeso e si attendono ulteriori chiarimenti.

I passi ancora da compiere
Un’altra importante misura tarda invece ad essere emanata: la fissazione degli aggi alla riscossione.
Sempre il Decreto del fare aveva infatti stabilito che gli aggi sarebbero stati rivisti, alla stessa data del 20 settembre 2013.
Ad oggi, però, i corrispettivi all’agente della riscossione rimangono fermi all’8%, così come stabilito, per i ruoli emessi a decorrere dal 1° gennaio 2013, dal D.L. 95/2012.

Manca inoltre all’appello il decreto del Ministero delle Finanze, il cui compito è quello di individuare, d'intesa con l'Agenzia delle Entrate e con l'Istituto nazionale di statistica, il paniere dei beni «beni essenziali» per i quali non si può dar corso all'espropriazione.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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