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giovedì 15 settembre 2011

La manovra-bis incassa la fiducia anche alla Camera

Tra le decine di ordini del giorno approvati, il Governo ne ha accolto uno che introduce l’ipotesi di un condono tombale e di uno edilizio
Con 316 voti favorevoli e 302 contrari, la Camera ha votato ieri la questione di fiducia sull’articolo unico del Ddl. di conversione del DL n. 138/2011, nel testo della Commissione Bilancio identico a quello approvato dal Senato. Dopo la trattazione degli ordini del giorno e le dichiarazioni di voto finali, il provvedimento è stato approvato in via definitiva.
Si ricorda che, tra le misure contenute nel Ddl. di conversione, figurano: l’aumento dell’aliquota IVA dal 20 al 21%, con relative modifiche al DPR n. 633/72, in relazione alle modalità di scorporo dell’imposta per commercianti al minuto e soggetti assimilati e alle operazioni di esigibilità differita effettuata nei confronti di Stato ed enti pubblici; l’introduzione di un contributo di solidarietà pari al 3% per i redditi d’importo superiore a 300.000 euro lordi annui, a decorrere dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2013, deducibile dal reddito complessivo; novità sul contributo unificato; incentivazione alla partecipazione dei Comuni all’accertamento; l’introduzione di un’imposta di bollo sui trasferimenti in denaro all’estero attraverso istituti bancari, agenzie di money transfer e altri agenti in attività, pari al 2% dell’importo trasferito per ogni singola operazione; le misure relative alle società “di comodo” e alla tassazione per le cooperative.
Le “novità” risiedono negli ordini del giorno approvati. La Camera, infatti, obbligata ad approvare la manovra-bis senza modifiche per evitare una terza una terza lettura del Senato, ha introdotto una serie di corpose integrazioni sotto forma di ordini del giorno votati a latere della discussione, ben sapendo che si tratta di richieste del Parlamento non troppo vincolanti: una serie di impegni, da parte del Governo, destinati in molti casi a restare lettera morta.
Alcune decine, dunque, i desiderata dei deputati o approvati con voto dell’Aula o direttamente accolti dal Governo. Come quello di Domenico Scilipoti, ex parlamentare dell’Italia dei Valori passato con la maggioranza, che, in tre cartelle dattiloscritte, “impegna il Governo a valutare se adottare il tanto vituperato condono fiscale”. Scilipoti ricorda in una nota che sono state adottate con la manovra “norme antievasione che rappresentano una svolta epocale e che nell’immediatezza devono essere accompagnate da misure che consentano il recupero di nuove risorse economiche”. Secondo il proponente, il condono fiscale dovrebbe dare ulteriori poteri a Equitalia per stanare chi non “confessa” di aver celato debiti al Fisco e gli importi da pagare sarebbero correlati al reddito dichiarato dalle società. Nella seconda parte dell’ordine del giorno Scilipoti ipotizza un condono edilizio per tutti gli abusi realizzati fino al 31 dicembre 2010 per una volumetria non superiore al 25% dell’esistente, anche se non “aderente alla costruzione originaria”.
Il Governo s’impegna anche a rivedere il regime fiscale della Chiesa
Nel rush finale della manovra è passato (285 sì, 185 no e 137 astenuti) anche l’ordine del giorno di Futuro e Libertà, che chiede di rivedere il regime fiscale della Chiesa. Presentato da Enzo Raisi, il documento votato da Montecitorio impegna il Governo a far pagare l’ICI sugli immobili della Chiesa destinati ad attività commerciali (librerie, circoli sportivi, ostelli ecc.). L’esenzione resterebbe solo per gli immobili destinati a un’attività economica non esclusiva e con un giro d’affari inferiore ai diecimila euro all’anno. L’OdG, inoltre, chiede l’apertura di un tavolo di confronto con la Santa Sede per arrivare alla piena adesione dello IOR, la banca vaticana, alle norme in materia di evasione ed elusione fiscale, riciclaggio e frodi vigenti nell’Unione europea.
La Lega Nord, inoltre, è riuscita a spuntare un parziale successo sul tema delle pensioni: un suo ordine del giorno approvato in serata concederebbe un bonus alle donne con figli, un anno di sconto per ogni figlio avuto.
Nella confusione della discussione, infine, è “passato” un ordine del giorno del Pd che impegna il Governo a valutare la revisione del tanto contestato art. 8 del DL n. 138/2011, relativo al sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità. Il testo approvato impegna il Governo a “valutare attentamente gli effetti applicativi dell’articolo 8, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a rivedere quanto prima le disposizioni, coinvolgendo le parti sociali, per redigere una norma interamente conforme agli indirizzi dell’accordo del 28 giugno 2011”.

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