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venerdì 1 aprile 2011

Spaventosa rissa al convegno sulla mediazione civile

L’evento, svoltosi ieri a Roma, si è ben presto trasformato in un’autentica bagarre tra commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro e notai

Esito imprevedibile al convegno di ieri, tenutosi a Roma, su quello che è uno dei temi del momento: la mediazione civile.
Il titolo del convegno (“Le libere professioni del comparto giuridico-economico al servizio della mediazione come nuovo modello culturale di crescita etica del Paese”), seppure un filino roboante, lasciava infatti presagire un confronto impegnato, civile e tutt’al più un po’ “trombonico” tra i vari partecipanti al tavolo, ossia commercialisti, notai, avvocati e consulenti del lavoro.
La realtà si è però rivelata ben diversa.
Già durante i saluti di apertura, infatti, il valore etico della mediazione ha lasciato la scena a una indegna gazzarra, presto degenerata in sputi e seggiolini divelti, secondo il più classico copione del tutti contro tutti e si salvi chi può.
Ad accendere la miccia, pare, uno striscione di sessanta metri srotolato dagli avvocati con scritto “Mediare? Sì, ma solo nel senso di farvi il dito medio”.
La provocazione deve essere risultata insopportabile al rappresentante dei commercialisti sul palco, posto che, alzandosi in piedi, raccoglieva prontamente l’invito a mediare, nel senso però di mediazione evincibile dallo striscione, caricandoci sopra anche un gesto dell’ombrello di intensità tale da farsi venire i lividi all’avambraccio e alcune grida sconclusionate, tra cui in particolare una sorta di ritornello da stadio: “Ce l’abbiamo noi, ce l’abbiamo noi, l’organismo di conciliazione ce l’abbiamo noi”.
L’episodio, per quanto disdicevole, avrebbe forse potuto chiudersi qua, se alle orecchie di alcuni commercialisti seduti nelle prime file non fosse giunto il commento che, secondo quanto poi da essi asserito, il rappresentante sul palco dei consulenti del lavoro avrebbe mezzo bisbigliato al moderatore: “I commercialisti avranno anche molti più organismi di conciliazione degli avvocati, ma la conciliazione in materia di lavoro gliel’abbiamo fregata a tutti perché possiamo farla soltanto noi”.
La sensazione di essere dei poveri fessi che giocano a fare gli “utili al Paese”, mentre altri stanno evidentemente molto sul pezzo della utilità a loro stessi, ha letteralmente fatto imbufalire i commercialisti presenti in sala (che, come è noto, amano apparire invece molto scafati), alcuni dei quali hanno voluto ricordare come loro e soltanto loro possono fare le cessioni di quote di srl con firma digitale, in alternativa ai notai.
Alla risposta dei consulenti del lavoro che presto avrebbero potuto farle anche loro (posto che la loro geniale inclusione tra i fondatori del’Istituto del Governo Societario, promosso e finanziato dal CNDCEC, dimostrava chiaramente come fossero proprio i commercialisti i primi a riconoscere competenze di diritto societario ai consulenti del lavoro), i commercialisti, al grido di “viva il nostro consiglio nazionale”, replicavano che presto avrebbero avuto, loro e loro soltanto, anche gli affitti e le cessioni di azienda.
È stato quello il punto in cui la situazione in sala è definitivamente degenerata.
Il rappresentante dei notai, secondo la ricostruzione poi fatta da alcuni sopravvissuti, dava infatti ordine ai suoi colleghi presenti di cominciare a muoversi con discrezione ai margini della sala ed eliminare tutti i commercialisti isolati, assaltandoli alle spalle e utilizzando la cravatta a mo’ di corda corta.
L’oggettiva difficoltà di distinguere in quella baraonda commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro portava però all’eliminazione di un elevato numero di appartenenti a tutti e tre gli Albi (è del resto nota l’efficienza dei notai), fino a quando, resisi conto di ciò che stava accadendo, gli appartenenti ai tre Ordini si coalizzavano, secondo il più classico e consolidato schema “dagli al notaio”.
Solo l’arrivo della forza pubblica e dei pompieri, per sedare anche un principio di incendio, salvava a questo punto dal linciaggio i notai, per i quali evidentemente non è sempre un vantaggio l’esiguità di numero.
Anche i più scafati soccorritori hanno detto di essersi trovati di fronte ad uno scenario apocalittico che mai avevano trovato nemmeno nei più drammatici tafferugli da stadio o nei convegni dedicati al tema della previdenza dei ragionieri e dei dottori commercialisti.
Tutto inventato di sana pianta: Buon 1° aprile a tutti!
Unica consolazione per la mediazione, per le professioni ordinistiche e per il Paese: è tutto inventato di sana pianta (speriamo).
Buon primo aprile a tutti!

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