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martedì 17 aprile 2012

Via libera alla delega per la riforma fiscale

Il CdM ha approvato ieri la bozza di Ddl. delega, che contiene novità per il catasto e la nuova imposta unica sul reddito imprenditoriale

  Rossella QUARANTA
 Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri, la delega per la riforma fiscale prende forma e – come annunciato – conterrà novità su catasto, lotta all’evasione, reddito d’impresa e tassazione ambientale.
Stando alle indiscrezioni, dal testo approvato ieri è scomparsa la norma istitutiva di un “fondo taglia IRPEF” nel quale convogliare le risorse ottenute con la lotta all’evasione, così da utilizzarle poi per finanziare alcuni sgravi fiscali. Nulla cambia, comunque, per quanto riguarda l’obiettivo finale che il Governo si pone: rendere il sistema fiscale “più equo, trasparente ed orientato alla crescita economica”.
Andiamo con ordine. Con il primo articolo, la bozza detta le tempistiche per i decreti attuativi, stabilendo che – entro 9 mesi dall’entrata in vigore della legge – l’Esecutivo dovrà adottare i relativi DLgs. Il secondo introduce, invece, uno dei passaggi più importanti, quello recante la revisione del catasto immobiliare secondo alcuni principi, quali la collaborazione Comuni-Agenzia del Territorio e la rideterminazione delle destinazioni d’uso “ordinarie e speciali”. Più precise sono le indicazioni sulla determinazione della rendita e del valore patrimoniale medio ordinario. Viene infatti stabilito che, per le unità a destinazione ordinaria, occorre usare il metro quadrato come “unità di consistenza”, demandando a funzioni statistiche la relazione tra caratteristiche edilizie, valore di mercato e localizzazione. Per le unità a destinazione speciale, invece, si attueranno “procedimenti di stima diretta” tramite metodi standardizzati, utilizzando il criterio del costo (immobili a carattere prevalentemente strumentale) o quello reddituale (immobili a prevalente redditività) nel caso in cui i valori di mercato non siano disponibili.
Altro punto importante è quello relativo alla nuova IRI, l’imposta unica sul reddito imprenditoriale, dovuta sui redditi prodotti da lavoratori autonomi e imprese commerciali. La base imponibile di IRI dovrebbe essere deducibile dalle somme prelevate da soci, professionista e imprenditore a titolo di remunerazione. Rimane, invece, confermato che il testo non prevede la soppressione dell’IRAP.
Quanto alla lotta all’evasione, si punta a migliorare il monitoraggio del “sommerso” con nuovi criteri e metodologie di rilevazione (si cita un maggiore confronto tra dati presenti nell’Anagrafe tributaria e quelli di contabilità nazionale). Inoltre, ogni anno i dati verranno pubblicati e il Governo dovrà redigere un rapporto sui risultati. Allo stesso modo, l’art. 4 prevede che, con cadenza annuale, l’Esecutivo diffonda una relazione sulle spese fiscali, “eventualmente prevedendo la costituzione di una commissione indipendente” che includa esperti del MEF e componenti delle Amministrazioni coinvolte. Le norme dovranno quindi razionalizzare esenzioni e agevolazioni, riducendole o eliminandole dove necessario. L’aumento delle entrate e l’abbassamento delle spese permetteranno – previ appositi DLgs. – di stabilizzare il 5 per mille.
Un principio generale per l’abuso del diritto
La riforma dovrebbe, inoltre, intervenire sulle imposte indirette (IVA, registro, bollo, ipotecarie e catastali), attraverso una razionalizzazione delle aliquote e degli adempimenti. Riguardo all’abuso del diritto, il Governo vorrebbe introdurre una definizione generale coerente con l’orientamento delle Sezioni Unite, garantendo al contribuente la libertà di scelta e ponendo a carico dell’Amministrazione finanziaria l’onere di provare l’esistenza di un disegno abusivo, oltre a dover applicare “specifiche regole procedimentali” tali da consentire un contraddittorio efficace.
Tra le novità, infine, sono previste forme di incentivazione a favore delle grandi aziende che introducono sistemi di controllo e gestione del rischio fiscale: le imprese potranno dunque beneficiare di sanzioni ridotte, meno accertamenti e adempimenti.
In un comunicato stampa diffuso ieri da Palazzo Chigi, il Governo garantisce che la riforma non dovrebbe comportare un incremento della pressione fiscale. Le aliquote applicate sui fabbricati, ad esempio, verranno modificate per compensare la revisione delle rendite catastali. Lo stesso vale per la tassazione d’impresa e di lavoro autonomo, nonché per la tassazione ambientale, altra novità introdotta dalla delega. Il tutto dovrebbe avvenire “a parità di gettito”, mediante un sistema di redistribuzione delle risorse.

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